Ultimamente è mi capitato frequentemente di incontrare manager e professionisti durante il proprio corso di studi per l’MBA. Mi viene chiesto spesso di condividere alcuni trucchi o segreti di carriera. Purtroppo non ne ho: ho però alcune regole d’oro secondo cui cerco di vivere la mia vita, professionale e non. Sono fondamentalmente basate sul buon senso e non hanno la pretesa di essere rivoluzionarie, ma dato l’interesse riscontrato le riporto con la speranza che possano esser utili a qualcun altro come lo sono a me.
1. Pianificare ma non giocare a Risiko.
Sembra scontato ma aver chiaro in testa dove si vuole andare è già un ottimo inizio, spesso sottovalutato. Pianificare non significa incontrare il tale individuo, andare a cena con la tale persona, significa aver ben chiaro in testa quali siano i nostri obiettivi e quali le cose che non siamo disposti a fare o su cui non siamo disposti a compromettere in maniera tale da poter decidere in anticipo, ancor prima che l’occasione capiti, quali compromessi siamo disposti a prendere e quali no.
2. Concentrarsi su ciò che fa la differenza.
Ci troviamo a New York: in che direzione va l’autobus, destra o sinistra? 80% dei bambini riesce a risolvere questo quesito instantaneamente ma la maggior pare degli adulti no. Volete provare, la risposta è sotto l’immagine.

«È chiaro: l’autobus sta viaggiando verso sinistra perché non si vedono le porte». A volte siamo portati sulla cattiva strada dai dettagli, che ci offuscano la vista. Sapere cosa guardare aiuta ad essere obiettivi ed efficaci nella diagnosi del problema e nel decision making.
Qui il video originale:
3. Non complicare soluzioni semplici.
Siamo davvero sbarcati sulla luna o si è trattato di un complotto propagandistico tipico della Guerra Fredda?
Non lo sapremo mai ma molto spesso ma molto spesso la soluzione più ovvia è quella da preferire (indipendentemente da come la pensiate riguardo allo sbarco sulla Luna). Il costo di scegliere soluzioni più complesse e meno scontate che portino ad un risultato marginalmente migliore è molto frequentemente insostenibile (Δ costo ≥ Δ beneficio).
Questo non vuol dire vivere nello status quo e non innovare, significa però non innovare per il solo scopo di innovare e non complicare soluzioni intrinsecamente semplici.
«A parità di elementi la soluzione di un problema è quella più semplice e ragionevole»
William of Ockham
4. Il cambiamento è la più grande opportunità che possa capitare. Sempre.
Molto spesso capita che, come in un complicato Risiko, si pianifichi per tempo la propria mossa per poi ritrovarasi a giocare un ruolo con regole diverse in un contesto rivoluzionato. Questo può essere frustrante, specialmente quando le cose vanno in una direzione non favorevole a noi, ma bisogna sempre ricordare che solo quando ci sono dei moving pieces, dei pezzi che si spostano, si creano opportunità. È impossibile risolvere il cubo di Rubik risolvendo una faccia alla volta, senza impattare le altre. Chiunque abbia provato a risolverlo sa cosa voglia dire.
Ogni cambiamento, per quanto repentino e inaspettato, nasconde in sé grandi opportunità aperte solo a chi le sa cogliere senza farsi distrarre da tutti “i se e i ma“.
5. Essere solidi, non rigidi.
È fondamentale essere solidi, molto spesso però si scambia la solidità per rigidità: ecco sono due cose concettualmente molto diverse e inversamente correlate. Pensiamo ai binari di una ferrovia: i binari debbono essere solidi, sicuri, devono riuscire a sostenere lo sforzo di un treno che, impetuoso, corre trasportando centinaia di passeggeri. E proprio per questo, per essere così sicuri e solidi, hanno bisogno d’essere estremamente flessibili. Capita spesso, camminando accanto ad una rotaia, di notare dei tagli, delle interruzioni tra l’una e la successiva: quelle interruzioni permettono ai binari di deformarsi sotto il calore del solo d’agosto o le fredde temperature invernali, adattandosi al cambiamento. Se non ci fossero i binari si spaccherebbero, e addio solidità. Essere affidabili e solidi non significa avere posizioni irragionevoli da tenere a tutti i costi, significa essere in grado di tenere in considerazione i fattori esterni e adattarsi all’ecosistema. Beninteso non si tratta di essere una bandiera al vento, cosa a parer mio deprecabile, ma essere consci che si opera in ecosistemi complessi dove tutto ciò che facciamo ha cause e conseguenze anche su cose che non controlliamo. La solidità è il fine ma la rigidità non è il mezzo.
6. Competenza, please.
Essere competenti e conoscere il proprio business. È sorprendente quanto spesso questo aspetto venga sottovalutato da persone che si rinchiudono in torri d’avorio, allontanandosi dal contatto con la realtà. Essere competente significa capire il business, capirne i numeri. Capire i processi degli stabilimenti produttivi, parlare con i Clienti sia di persona che, specialmente quando i clienti sono tanti come nel caso delle aziende consumer, affiancando il servizio clienti, visitando i negozi. Parlando con chi parla realmente con il Cliente. È facile emettere comunicati dalla torre senza avere contradditorio ma non è molto proficuo. Ascoltare i nostri Clienti è il primo modo per conoscere il proprio business. Saperne leggere, e capire, i numeri il secondo.
7. La diversità aggiunge valore.
La diversità è un valore. Per diversità si intende evitare di circondarsi da persone fatte con lo stampino, che ragionino tutte alla stessa maniera. È molto più facile interagire quando tutti hanno lo stesso background, gli stessi studi alle spalle, la stesse radici culturali, le stesse propensioni. È molto più facile ma spesso è molto meno proficuo. Sforzarsi di non cadere nel tranello dello stampino ci porta in un modo fatto di diversità, dove si crea dialogo, dibattito e a volte anche tensione. Quella tensione positiva fa si che il risultato che si raggiunge, spesso, sia nettamente superiore a quello designato da un singolo. È la forza della comunità: funziona nella sharing economy per beni e servizi, funziona ancor di più nei team altamente performanti. Senza diversità non c’è ricchezza di punti di vista.
8. Stessi standard per tutti. Incluso noi stessi.
Va bene essere esigenti, anche molto, purché lo standard che applichiamo agli altri sia lo stesso che applichiamo a noi stessi. Troppo spesso si vedono applicare ad un peso e due misure. Avere su sé stessi le medesime aspettative che si hanno sugli altri non rende le nostre aspettative giustificate agli occhi di chi le riceve, ma ci rende coerenti. Cercare di avere aspettative corrette è un altro paio di maniche, altrettanto importante.
La fortuna.
Quanto è importante la fortuna? Difficile toglierla completamente di turno. Eppure io credo che la fortuna sia più una propensione a vivere la vita che una casualità. Certo il caso conta e a volte gioca scherzi e sorprese imprevedibili ma è il nostro approccio a determinare quali siano le situazioni fortunate da quelle che invece appaiono meno determinanti.
9. Innamorarsi di ciò che si fa.
Questa purtroppo più che una regola è un’attitudine, non è qualcosa che possiamo imporci ma è, comunque, qualcosa che si può imparare. Innamoraci di ciò che facciamo aiuta ad essere predisposti a quella fortuna di cui parlavamo prima. Aiuta ad abbracciare con entusiasmo e passione il nostro lavoro, permettendoci di andare avanti anche in quei giorni in cui sembra tutto un po’ più difficile. L’energia che siamo in grado di applicare a ciò che facciamo con passione e la tenacia che ne consegue ha effetti dirompenti su noi stessi e sulle persone intorno a noi.

10. Osare.
Prendersi qualche rischio, calcolato: non buttarsi in tutto a capofitto sperando che vada bene ma al contempo avere la voglia di spiccare il volo tipica degli uccellini che escono per la prima volta dal nido. Sperando di non schiantarsi a terra ma sapendo che, qualora dovesse accadere, l’abbiamo fatto con coscienza così da poterci rialzare e riprovare.
« La cosa più difficile è la decisione di agire,
Amelia Earhart
il resto è mera tenacia »
prima donna aviatore a volare in solitario attraverso l’Oceano Atlantico